Con prospettive di crescita stimate al 20% annuo entro il 2030, l’universo del Cloud si basa su fondamentali solidi, Poiche gli attori economici non hanno ancora pienamente apprezzato i punti di forza Accompagnato da forti esigenze in termini di sicurezza informatica e con l’avvento dell’intelligenza artificiale, la tematica merita di essere considerata, tanto più che le valutazioni erano, alla fine dell’anno scorso, relativamente attraenti.
Nell’immaginario collettivo, l’universo del Cloud è spesso associato a innovativi software SaaS, che consentono a individui e organizzazioni di archiviare e accedere a numerosi file, applicazioni e dati in modalità nomade. Nel corso dell’ultima decade, l’interesse intorno al Cloud è cresciuto, alimentato sia dalle aspirazioni di digitalizzazione degli attori economici, sia dalla democratizzazione di nuove pratiche sociali e dall’emergere di nuovi usi (social media, piattaforme di streaming, realtà virtuale, ecc.).
L’adozione di questa tecnologia si è inoltre accelerata durante il periodo della pandemia, in particolare con la diffusione del lavoro da remoto, la crescita del commercio elettronico e la crescente necessità di sicurezza informatica. In questo contesto, le spese nei servizi Cloud pubblici sono aumentate del 29% nel 2020 e del 31% nel 2021.
Oltre a tutti questi elementi, l’universo del Cloud comprende una vasta gamma di altri segmenti. Questa tecnologia si basa infatti su data center, reti, piattaforme e una moltitudine di semiconduttori necessari al suo corretto funzionamento e alle sue prestazioni.
Con la forte crescita registrata e attesa dei volumi di dati digitali – 181 zettabyte, ovvero 181.000 miliardi di gigabyte, entro il 2025, pari a una triplicazione in cinque anni – le capacità di archiviazione e calcolo dell’intera infrastruttura Cloud diventano una priorità.
Così, le prospettive del mercato del Cloud, la cui dimensione è già stata moltiplicata per 9 volte tra il 2013 e il 2022 raggiungendo i 500 miliardi di dollari (circa 464 miliardi di euro, ndr), rimangono positive. Il team di Montpensier Finance stima che il valore supererà i 2.100 miliardi di dollari (circa 1.948 miliardi di euro, ndr) entro il 2030. Questa progressione implica un potenziale di crescita di circa il 20% all’anno.
I vantaggi del Cloud per le aziende in termini di prestazioni…
Dal punto di vista tecnico, il modello di business del Cloud offre alle organizzazioni di tutte le dimensioni numerosi vantaggi economici. Da un lato, queste ultime possono ottimizzare i loro budget IT esternalizzando i loro server, riducendo i costi legati alla manutenzione delle infrastrutture in loco e al consumo di energia. D’altra parte, le capacità dei software SaaS sono modulabili in base alle esigenze finali degli utenti. In questo senso, le aziende possono facilmente ed rapidamente adattare le loro sottoscrizioni per seguire la dinamica delle loro attività. La scalabilità del modello SaaS garantisce quindi economie di scala strutturali; il costo totale di possesso di una struttura Cloud è in media inferiore di circa il 70% rispetto ai sistemi IT tradizionali.
Il Cloud è anche un fattore di elevati guadagni di produttività. La proliferazione di software SaaS collaborativi migliora la gestione e l’efficienza del lavoro di squadra. Strumenti come le firme elettroniche di DocuSign, le videoconferenze con Teams o la creazione di contenuti con Adobe sono esempi noti; ma altri attori specializzati nell’automazione dei compiti, nella sicurezza degli accessi o nell’osservabilità delle prestazioni informatiche diventano sempre più necessari per il corretto funzionamento di un numero crescente di organizzazioni. Ad esempio, le soluzioni Dynatrace, una piattaforma di intelligenza software per i DevOps (sviluppatori e amministratori di sistema, ndr), offrono in media guadagni di produttività del 40%, riducendo del 90% il tempo di rilevamento degli incidenti e del 95% i falsi allarmi
…Ancora Sottoutilizzata, Proprio Come i Governi
Nonostante la tecnologia Cloud presenti numerosi vantaggi, il suo tasso di penetrazione è ancora relativamente basso. Le spese legate al Cloud rappresentano solo l’11% delle spese globali in ambito IT. Inoltre, l’uso del Cloud è ancora principalmente limitato a archiviazione dati, applicazioni per ufficio o email. Secondo uno studio di Eurostat, solo il 24% delle aziende utilizza il Cloud per applicazioni ERP (Enterprise Resource Planning), il 21% per lo sviluppo software e il 58% nel campo della cibersicurezza. C’è, quindi, una significativa domanda latente, offrendo ai protagonisti del settore Cloud nuove opportunità di crescita.
Vale la pena notare che l’accelerazione della transizione alla tecnologia Cloud è anche guidata da enti pubblici e agenzie governative, che vedono soluzioni innovative per semplificare i loro processi amministrativi, rafforzare la sicurezza delle piattaforme e limitare frodi sociali e fiscali. Negli Stati Uniti, la spesa federale per servizi Cloud è aumentata del 23% l’anno scorso. Questo slancio potrebbe addirittura accelerare con la proliferazione di mega-contratti, come quello firmato nel 2022 tra la NSA, l’agenzia di intelligence degli Stati Uniti, e Amazon Web Services, per un importo di 10 miliardi di dollari (circa 9,3 miliardi di euro), mirato a modernizzare le sue capacità analitiche.
Le sfide della sicurezza informatica e dell’intelligenza artificiale
Oltre a questa dinamica strutturalmente positiva, il Cloud dovrebbe beneficiare di altri potenti catalizzatori di crescita. L’aumento della domanda di sicurezza informatica appare come il primo driver. Negli ultimi anni, organizzazioni e individui hanno registrato una vera esplosione del numero di attacchi informatici (+600% durante il periodo Covid e +38% nel 2022) a causa della diffusione di nuovi utilizzi, come il lavoro da remoto e dell’incremento delle tensioni geopolitiche.
Di fronte a minacce sempre più pericolose e sofisticate, gli attori economici hanno posto la sicurezza informatica al primo posto, aumentando costantemente i loro budget destinati alla protezione informatica. Gli Stati Uniti hanno annunciato, nel giugno 2022, un’allocazione totale di 15,6 miliardi di dollari (14,6 miliardi di euro, ndr) per la sicurezza informatica, suddivisi tra il Department of Defense e la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency, oltre alla creazione di cinque squadre dedicate esclusivamente al progetto.
In definitiva, il mercato della sicurezza informatica (vedi grafico qui sopra) è valutato a 400 miliardi entro il 2026 (371 miliardi di euro, ndr), un livello quasi due volte superiore all’attuale. Le prospettive sono quindi favorevoli per la tematica Cloud, che include integralmente questo settore. Inoltre, la tecnologia Cloud implica anche lo sviluppo di soluzioni di protezione adatte a questo nuovo ambiente informatico, in particolare la sicurezza delle reti e delle connessioni (SASE), la gestione degli accessi (Zero Trust) e il rilevamento degli incidenti (Cloud Monitoring).
L’altro elemento è l’avvento, alla fine del 2022-inizio 2023, dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI). L’entusiasmo attorno a ChatGPT, l’agente conversazionale di OpenAI, e i suoi cento milioni di utenti attivi solo due mesi dopo il lancio, è stato l’esempio più eclatante, ma molte aziende sono riuscite a posizionarsi su questo segmento emergente con un elevato potenziale di crescita. È il caso ad esempio di Adobe, che ha lanciato a settembre 2023 Firefly, un software di creazione di immagini basato sull’IA.
Oltre alla notevole impresa tecnologica, la GenAI rappresenta una leva di produttività aggiuntiva che offre un numero di opportunità ancora difficilmente quantificabili in molti settori dell’attività economica. Il mercato totale della GenAI (vedi grafico a lato) è stimato a 1.300 miliardi di dollari (1.206 miliardi di euro, ndr) entro il 2032, implicando una crescita annua di oltre il 40%.
Le aziende Cloud posizionate nello sviluppo di soluzioni analitiche, nella gestione dei database e nelle infrastrutture necessarie all’aumento delle potenze di calcolo dovrebbero essere i principali beneficiari di questa espansione.
Valutazioni più attraenti
Per quanto riguarda le valutazioni di borsa, l’apprezzamento della tematica registrato dall’inizio dell’anno è in realtà solo una normalizzazione legata al de-rating del 2022. Infatti, al 6 dicembre 2023 (Bloomberg-Montpensier Finance), il rapporto EV/Vendite medio dell’universo è in calo di quasi il -66% rispetto al picco di gennaio 2022 ed è tornato alla sua media decennale, ovvero un livello inferiore a 5 volte le vendite. L’esempio è ancora più eloquente quando si guarda alla sovrapprezzatura relativa dell’universo Cloud rispetto al Nasdaq. Infatti, l’EV/Vendite Cloud è tornato su basi paragonabili al Nasdaq, se non leggermente inferiori, con un tasso relativo del 0,93!
Questi elementi sembrano mostrare che l’apprezzamento azionario registrato negli ultimi mesi riflette solo un’apprezzamento relativo (vedi grafico qui sotto). Siamo infatti tornati a basi normative con valutazioni in linea con il loro livello storico. Pertanto, il potenziale di crescita finanziaria e azionaria sembra ancora elevato, tanto più che le sfide legate all’ascesa dei tassi sembrano stabilizzarsi.
Il settore del Cloud si basa quindi su mega-trend multi-decennali che ci portano a pensare che siamo ancora all’inizio del potenziale di crescita della tematica.
Il fondo di Montpensier Finance
M Cloud Leader SRI, articolo 9 SFDR e SRI 5, ha l’obiettivo di catturare gli attori con tecnologie innovative e rivoluzionarie in questo settore, concentrandosi su quelli con un profilo finanziario redditizio, generatore di cassa, una buona visibilità sulle attività e una strategia di sviluppo ben definita. L’approccio di Montpensier Finance è quindi incentrato sull’identificazione di tre profili di aziende:
- i “leader” che raggruppano le società storiche del Cloud, precursori nello sviluppo di questo settore e con un profilo finanziario di qualità. Questi attori rimangono i pilastri, considerando gli strumenti che fanno consenso e le risorse fornite per catturare il mercato, in particolare nell’assorbire nuove società promettenti;
- i “sfidanti”, con valori che mostrano una buona dinamica di crescita e che hanno raggiunto un certo livello di redditività. I prodotti offerti rimangono i migliori nel loro settore e portano maggiore specificità nei loro approcci ai clienti;
- e i “Climbers”, ovvero le imprese in forte crescita, ancora agli inizi dello sviluppo e con un potenziale di miglioramento della redditività. L’accento è posto sul lancio di nuovi prodotti, nonché sulla forza vendita per farsi un nome nei loro settori di elezione. Le collaborazioni possono essere opportune per ridurre i costi e guadagnare riconoscimento più rapidamente.
Dopo l’analisi dei fondamentali, dell’allineamento degli interessi con gli azionisti e dei principi ESG, ne risulta la costruzione di un portafoglio di trenta a quaranta valori