L’invasione Russa dell’Ucraina ha determinato in una settimana un’inversione completa della strategia della Germania degli ultimi 70 anni: militare, energetica, fiscale.
È questo un avvenimento storico, sancito dai drammatici interventi del Cancelliere Scholz e dei suoi ministri davanti al Bundestag la mattina della Domenica 28 febbraio 2022.
Da sempre ma ancora più dopo il Brexit, la politica della Germania fa la politica dell’Europa: siamo quindi a un nuovo punto di svolta per l’Unione, appena 24 mesi dopo il Milestone che fu il Recovery Fund e gli EU bonds.
Dalla fine della seconda guerra mondiale, la Germania aveva ancorato il suo sviluppo e il suo ruolo Globale su 3 cardini: spesa militare minima sotto la protezione della NATO, partnership strategica energetica con la Russia, politica fiscale rigorosa che impedisce il pieno impiego del surplus della bilancia commerciale.
Una guerra di aggressione ad uno Stato Sovrano, a poche centinaia di chilometri a est dei suoi confini, ha frantumato il primo teorema: la Germania rilancia il proprio riarmo e si autorizza ad esportare e vendere armi all’estero.
L’esercito tedesco Bundeswehr è regolarmente oggetto di rapporti allarmanti sulla carenza deibsui apparecchi: un rapporto del 2020 ha sottolineato che solo 8 elicotteri d’attacco Tiger su 53 erano idonei al volo e solo 12 elicotteri da trasporto NH90 su 99.
Questa era è finita: la Bundeswehr sarà rafforzata e modernizzata. Da subito è prevista una dotazione di cento miliardi di euro e il governo si è impegnato a destinare alla sua difesa il 2% del PIL ogni anno. Inoltre, il Paese non si astiene più dall’esportare armi nelle zone di conflitto, ribaltando un precetto di oltre settant’anni.
Sulla politica Energetica, dalla firma del progetto del gasdotto NordStream 1 nel 1997, consegnato nel 2012, la Germania ha continuamente rinforzato la collaborazione con la Russia per le sue forniture energetiche. Questo tropismo si è rafforzato dopo l’incidente di Fukushima e l’impegno ad abbandonare l’energia nucleare, in concomitanza con la firma con la Russia del nuovo progetto del gasdotto Nordstream 2, potenzialmente raddoppiando la capacità di trasporto del gas russo. Nel 2021, il paese ha importato il 55% del proprio fabbisogno di gas dalla Russia.
Con un piglio decisionale che molti osservatori gli contestavano, il Cancelliere Olaf Scholz ha rinviato “sine die” la messa in servizio del NordStream 2. Ha anche annunciato la possibilità di posticipare la chiusura dei suoi ultimi tre reattori nucleari e la costruzione di due nuovi terminali per l’importazione di gas naturale liquefatto. La politica energetica tedesca dovrà essere riscritta nell’anno che viene: tutte le opzioni sono sul tavolo, anche quella più remota di un vero rilancio del nucleare come la Francia l’ha deciso fine 2021, ottenendone peraltro l’inserimento come attività Green nella futura Tassonomia Europea!
Terzo cambiamento più congiunturale certo, ma drastico anch’esso: inversione di marcia sulla politica fiscale. L’elezione, lo scorso autunno, di una coalizione che ha consentito al rigorosissimo presidente del Partito Liberale Christian Lindner di assumere la carica di ministro delle finanze, ha prefigurato un ritorno alla più
rigida ortodossia di bilancio dopo la parentesi della pandemia. Le sue prime dichiarazioni sono andate proprio in questa direzione: il 14 febbraio, in un’intervista all’Handelsblatt, ha nuovamente dichiarato che è importante “definire regole precise e vincolanti per ridurre i livelli di indebitamento in Europa”.
A pochi giorni dall’inizio delle operazioni militari russe, il cancelliere tedesco ha precisato che le spese aggiuntive legate alla sicurezza e all’approvvigionamento energetico potrebbero essere escluse dal calcolo del deficit di bilancio. E il 1° marzo Vladis Dombrovskis, commissario europeo al bilancio, ha suggerito che la sospensione fino a dicembre 2022 delle regole europee, sia in disavanzo che sul debito, potrebbe essere prorogato per un anno. Anche sull’inflazione, incubo germanico di Weimeriana memoria, Christian Lindner ha riconosciuto al Bundestag il 28 febbraio: “questo è forse il prezzo che dovremo pagare per sbarrare la strada a Putin”.
L’accelerazione folle della Storia dal 24 febbraio avrà conseguenze enormi sull’Europa: la svolta militare Tedesca può consentire al Vecchio Continente di costruire uno strumento di difesa e di politica estera.
La svolta energetica può aumentare le ambizioni dei PNRR, e accelerarne il calendario. Il cambio di passo sulla politica fiscale compensera’ lo shock dei prezzi dell’energia, e forse ci eviterà una recessione.
Fonti: Montpensier Finance / Bloomberg al 07/03/2022
Gli indicatori MMS per L’Europa ci parlano di un’Europa dinamica e in crescita, che appartiene a prima del 24 febbraio.
Lo shock sui prezzi di Food e Energia è tale che bisognerà rivedere tutte le previsioni di crescita e inflazione.